Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio.
La stra-citata frase di Winston Churchill, primo ministro del Regno Unito ai tempi della seconda guerra mondiale, in questi giorni che vedranno la conclusione di Euro2024, con la finale fissata per domenica, si può tranquillamente cambiare in “gli italiani pensano al calcio come fosse politica e alla politica come fosse calcio”.
Proprio per la coincidenza di due eventi in questa settimana il paragone torna preponderante. Il 10 luglio il governo Meloni approva il ddl Nordio che abolisce il reato di abuso d’ufficio, una legge discutibile come tante ma che capita nella settimana della finale, appunto, dell’europeo dove l’Italia non ci sarà.
Lo scorso 29 giugno infatti la Nazionale ha perso malamente contro la Svizzera agli ottavi di finale e le reazioni del popolo (calcistico) sono state veementi, sdegnose e determinate. Sembrava che se Spalletti, il commissario tecnico, e Gravina, il presidente della Figc, non si fossero dimessi si sarebbe andati incontro a proteste, scioperi nazionali e occupazioni dei campi da calcio di tutta Italia.
Una reazione che Churchill forse avrebbe trovato più appropriata per delle scelte politiche impopolari, di un governo che magari ha priorità diverse (indebolire la giustizia) da quelle che effettivamente servono (sanità, provate a chiamare l’Asp di Messina e vedete quando avrete una visita fissata). Da buoni italiani però tranquillizziamo nell’oltretomba l’ex primo ministro britannico: in Italia magari confondiamo calcio e guerre/politica ma da buoni italiani ci passa subito dopo qualche giorno. Così riprendiamo a lamentarci fino alla prossima volta.