Ieri era l’anniversario della morte di Peppino.
Non c’è bisogno di scrivere il cognome perchè, anche se il suo è il nome più diffuso in Sicilia, scommettiamo che sapete di chi si parla.
Eppure di Peppino ce ne sono tanti…
Eppure di morti per mano di quella montagna di merda (ed anche qui sapete di chi e di cosa si parla) ce ne sono tanti. Lui però era diverso. Non combatteva la mafia per lavoro, non ci si è trovato invischiato fortuitamente, Peppino la mafia l’ha voluta affrontare con determinazione quando tutto attorno sembrava dirgli “Futtitinni!”, oppure “Approfittane!”, oppure ancora “Vattinni! Da sta terra maliditta!”.
Eppure…
Ieri era l’anniversario della morte di Peppino Impastato, un siciliano che ci ha rivelato un nuovo modo di essere siciliani.
Perchè quando si nasce in una terra magica e maledetta come questa, ci sono due modi in cui puoi viverci: il primo è quello più antico, quello della rassegnazione, dell’accettazione e talvolta dello stare al gioco, del “se non puoi batterli unisciti a loro”; l’altra è la maniera di Peppino. La via del coraggio, dell’audacia, e perchè no? Della spregiudicatezza.
Caratteristiche necessarie per ogni giovane sicilian* che voglia costruire la propria vita qui senza essere costrett* ad andarsene, o peggio ancora a marcire.
Ieri era l’anniversario del vigliacco omicidio di Peppino Impastato e noi oggi vogliamo ricordarlo perchè farlo il 9 Maggio è fin troppo facile, ma non serve a niente se non si è siciliani alla maniera di Peppino il giorno dopo, quello dopo ancora, e quello dopo ancora…
E noi vogliamo essere quel tipo di siciliani. Vogliamo essere coraggiosi, vogliamo opporci all’omertà, all’amichettismo, alla corruzione ed alle scorciatoie.
Vogliamo gridare ora e sempre che LA MAFIA è UNA MONTAGNA DI MERDA!